LEOPARD 1A5
Alla fine del 1986 l'Esercito Tedesco cominciò a
studiare una versione migliorata del Leopard 1 in grado di rimanere in servizio oltre
l'anno 2000 affiancando il carro Leopard 2, le cui consegne iniziavano nello stesso
periodo.
Le maggiori attenzioni furono poste nel miglioramento del sistema di condotta del tiro e,
almeno a livello sperimentale, del tipo di armamento sperimentale. In particolare la ditta
Rheinmetall effetuò alcune esperimenti dotando alcuni carri del nuovo cannone da
120 mm sviluppato per il Leopard 2. Sebbene l'arma e la torretta risultassero compatibili
tra loro, tale importante modifica non venne mai attuata e si preferì concentrarsi
unicamente sul sistema di condotta del tiro.
Dalle varie prove cui il carro Leopard 1 era stato sottoposto e dalle indicazioni
provenienti dai reparti che lo avevano in dotazione, gli enti tecnici giunsero astilare
una lista di modifiche da apportare alla nuova versione e da applicarsi sia allo scafo che
alla torretta. Per quanto riguarda lo scafo esse erano sostanzialmente:
- sistema lavavetri per gli iposcopi del pilota che consentiva una
migliore guida fuoristrada;
- miglioramento del sistema di sterzo;
- miglioramento del sistema NBC.
La torretta venne completamente modificata con l'aggiunta di varie componenti:
- installazione di un telemetro laser;
- installazione del periscopio per il cannoniere HZF dotato di camera termica;
- sostituzione del periscopio del cannoniere TRP-1A con il modello
TRP-5A aventi le stesse prestazioni del precedente ma soprelevato in modo da consentire la
visione al di sopra dell'alloggiamento blindato dell'ottica del cannoniere;
Foto: www.panzer-modell.de
- installazione di un nuovo iposcopio per il cannoniere sopraelevato in modo da consentire
anch'esso la visone al di sopra della protezione blindata del periscopio HZF;
- eliminazione del telemetro ottico TEM-2A e chiusura delle due cuffie laterali con
lamiere saldate;
- installazione del sistema di controllo del tiro Krupp Atlas Electronik
EMES 18, variante progettata per il Leopard 1 del sistema EMES 15 destinato al Leopard 2
con il quale mantiene l'80% dei componenti in comune. Il computer di tiro è predisposto
per i dati di sette diversi tipi di munizionamento e consente il calcolo dei dati
balistici fino alla gittata di 4.000 metri. L'introduzione dei dati è automatica per
quanto riguarda il tipo di munizionamento caricato, distanza telemetrica del bersaglio ed
assetto del carro mentre è manuale per quanto riguarda la velocità del vento, la quota
del carro, la temperatura dell'aria e delle polveri di lancio. Il computer è anche in
grado di determinare l'angolo di anticipo dello sparo per bersagli in movimento a
velocità costante.
- nuovi apparati radio VHF;
- protezione contro i raggi laser applicati a tutte le ottiche del carro;
- riservette di pronto impiego aumentate a 13 colpi;
- miglioramento al sistema di alzo del cannone e predisposizione per il sistema di
girostabilizzazione idraulico dell'arma principale;
- installazione del sistema MRS (Muzzle Reference System) per il controllo
dell'allineamento della linea di mira con quella di tiro del cannone. Il sistema si basa
sulla proiezione di un'immagine generata dal sistema di mira ad un riflettore montato
sulla volata del cannone ed il successivo raffronto tra l'immagine originaria e quella
riflessa. La coincidenza tra le due indica l'avvenuto allineamento tra le due linee. Nella
foto si vede il riflettore montato sulla volata del cannone.
Foto: www.panzer-modell.de
- mantenimento su tutti i carri delle corazze
addizionali Blomh & Vöss
La consegna ai reparti dei carri così modificati, designati Leopard 1A5, iniziò
nell'autunno del 1992 fino a raggiungere le 1.225 unità anche se dopo appena due anni, a
seguito della riduzione degli armamenti convenzionali intrapresa dell'Europa, già 493
carri erano stati posti fuori servizio. Alla data odierna l'Esercito Tedesco ha radiato
tutti i carri Leopard 1 per standardizzare la propria linea sul Leopard 2. Dei carri
eliminati dall'inventario Tedesco 120 vennero utilizzati per fornire altrettante torrette
destinate all'Italia.
IL LEOPARD 1A5 IN ITALIA
La linea carri dell'Esercito Italiano si trovava nel 1995 in profondissima
crisi essendo dotata di mezzi ormai obsoleti e non più in grado di competere con i carri
più moderni in dotazione ai possibili avversari. In particolare la radiazione totale dei
carro M60A1 ed il grave ritardo nell'acquisizione del
nuovo carro Ariete, facevano si che i reparti corazzati fossero interamente dotati dei
vecchi Leopard 1A2 che, concettualmente vecchi di
quasi trent'anni, non erano mai stati sottoposti ad un vero programma di aggiornamento. In
particolare i carri italiani erano sprovvisti di qualsiasi sistema di condotta del tiro
automatizzato, non erano dotati di sistemi di visione notturna passivi e non erano stati
dotati di alcuna protezione aggiuntiva alla debole corazza originale (frutto di un
compromesso che voleva il Leopard un carro sostanzialmente veloce in grado di basare la
propria capacità di sopravvivenza più sul movimento che sulla resistenza passiva).
A tutto ciò si aggiunga il fatto che moltissimi di questi carri erano fortemente usurati
causa l'intenso impiego, non sempre accompagnato da un'altrettanta efficiente
manutenzione. Inoltre l'Esercito Italiano era ormai indirizzato verso l'inserimento di
personale professionale che certamente non avrebbe apprezzato il fatto di utilizzare carri
così vecchi.
Scartata l'idea di un qualsiasi intervento radicale sulla flotta dei carri italiani
mediante l'adozione di sistemi di condotta del tiro di concezione nazionale, si ripiegò
sull'acquisto di 120 torrette della versione A5 enucleate da altrettanti carri posti fuori
servizio dall'Esercito Tedesco. Tale provvedimento, attuato con procedura d'urgenza dato
che si intendeva utilizzare questi carri nelle prime missioni all'estero alle quali
l'Italia partecipava, segnò il destino finale dei rimanenti Leopard 1A2 che vennero man
mano ritirati dal servizio fino alla loro
totale scomparsa dalla linea carri dell'Esercito Italiano avvenuta nell'aprile 2003.
I carri messi in servizio furono così assegnati:
- 54 carri al 131° Reggimento
Carri della Brigata Bersaglieri "Garibaldi";
- 54 carri al 133° Reggimento Carri della Brigata Meccanizzata
"Pinerolo", poi trasferiti al 31°
Reggimento Carri della stessa Brigata a seguito della messa in posizione
"quadro" del 133°;
- 8 carri alla Scuola di Cavalleria e delle Truppe Corazzate di Lecce;
- 4 carri alla Scuola Trasporti e Materiali di Roma.
Come visto i carri italiani furono dotati delle torrette tedesche ma non degli scafi che presentavano alcune differenze con quelli italiani ed erano comunque anch'essi usurati dal servizio. L'Esercito Italiano preferì invece utilizzare degli scafi provenienti dalla propria linea carri, sottoponendoli ad una revisione integrale oltre ad alcune modifiche al treno di rotolamento per migliorarne l'efficienza. L'intervento venne esteso su di un certo numero di scafi che mantennero la configurazione A2 della torretta, forse con l'idea di sottoporli in un secondo momento alla trasformazione in A5 tramite l'acquisizione di ulteriori torrette che in realtà non avvenne mai. Tali veicoli, distribuiti principalmente al 132° Reggimento Carri, erano facilmente distinguibili per i parafanghi anteriori predisposti per il montaggio delle protezioni laterali.
Le modifiche apportate allo scafo consistevano nell'adozione di un kit
studiato dalla Krauss Maffei, adottato per la prima volta dai carri destinati
all'Australia e successivamente montato, oltre che sui veicoli italiani, anche su un certo
numero di carri dell'Esercito canadese e norvegese.
Tale kit era composto da ammortizzatori di fine corsa idraulici, che andavano a sostituire
i precedenti a molle, e da una nuova ruota di rinvio di diametro minore e dotata di un
nuovo dispositivo tendicingolo.
Nella foto sottostante sono illustrate le due configurazioni: a sinistra quella originaria
ed a destra quella installata sui Leopard 1A5.
Tale modifica consente un netto miglioramento delle prestazioni del carro, in particolare essa:
- aumenta di sette volte la capacità di assorbimento di energia rispetto
alle vecchie molle a bovolo;
- consente l'adattamento automatico delle tensione del cingolo alle condizioni di marcia;
- aumenta la luce libera sopra la ruota di rinvio fino a 625 mm;
- consente l'utilizzo di tutta la corsa della barra di torsione di ogni singola ruota;
Nella foto sottostante un esempio delle capacità di estensione della nuova sospensione.
Tutti i carri sono stati dotati delle protezioni balistiche laterali del treno di rotolamento
Foto: www.panzer-modell.de
E' stato inoltre montato il sistema di avviso d'illuminamento laser RALM
(Ricevitore di Allarme Laser) realizzato dalla Marconi e montato anche sull'autoblindo
Centauro e sul carro Ariete. Questo sistema ha lo scopo di individuare sull'arco dei 360°
e con una risoluzione angolare di 45°, l'emissione di un laser e di determinare il tipo
di minaccia associata. Una volta captato il raggio laser, il sistema può azionare
automaticamente i lanciafumogeni per formare uno schermo davanti al carro, invia inoltre
un segnale acustico nel sistema interfonico di bordo e contemporaneamente visualizza su di
un display il settore di provenienza del fascio luminoso. Il sistema può discriminare i
laser provenienti da telemetri, da sistemi di illuminamento per missili aria-terra, bombe
e proiettili d'artiglieria a guida laser.
Infine i carri impiegati all'estero sono stati dotati delle radio SINCGARS (SINgleChannel
Ground and Airborne Radio System in grado di inviare messaggi crittografati COMmunications
SECurity, COMSEC) e dei relativi supporti per le antenne.
Nei carri italiani l'adozione delle corazze addizionali in torretta (circa 900 kg) ed altre modifiche hanno fatto salire il peso complessivo di 2.000 kg imponendo contrestualmente la riduzione della riservetta di munizioni di cinque colpi.
ALCUNE FOTO DEL LEOPARD 1A5 SCATTATE DURANTE LA MANIFESTAZIONE PER IL 75° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELLA SPECIALITA' CARRISTA SVOLTASI A BELLINZAGO NOVARESE IL 5 OTTOBRE 2002 | |
Altre immagini del Leopard 1A5 sono presenti nella pagina dedicata al contributo di Attilio.