LE DIFESE DEL PONTE SUL TAGLIAMENTO A DIGNANO
con la collaborazione di Fabio Chinellato e Caspar Vermeulen
Fino a non molti anni fa tutta la parte
orientale del Friuli era costellata di punti fissi per la difesa statica contro una
possibile invasione proveniente dall'Est europeo. Queste difese, iniziate fin da prima
della Grande Guerra, furono progressivamente aumentate fino agli anni settanta. Esse si
estendevano dal confine fino al fiume Tagliamento e furono presidiate, nel dopoguerra, dai
reparti della Fanteria d'Arresto che avevano il compito, in caso d'attacco, di
sacrificarsi all'interno delle loro casematte (era infatti previsto oltre il 90% di
perdite) per permettere all'Esercito Italiano di riorganizzarsi oltre la linea del
Tagliamento e, nel caso più disperato, al di là del Piave. La tipologia delle difese
rispecchiava in sostanza le dottrine dell'epoca in cui esse vennero realizzate. Si
passava perciò dalle tipiche postazioni per cannoni in caverna ai manufatti formati da un
basamento in calcestruzzo che conteneva al suo interno un carro armato privato del motore
(solitamente un M26 Pershing).
Con la fine della guerra fredda tutte queste postazioni furono progressivamente
smantellate ed oggi restano solo le parti in calcestruzzo quali mute testimonianze di una
guerra vinta senza sparare.
Un destino diverso è capitato ad una delle postazioni poste a difesa del ponte sul
fiume Tagliamento nei pressi della cittadina di Dignano (UD). Essa, di tipo M ed
utilizzata per ospitare una mitragliatrice MG 42/59, viene presentata su questo sito sia
quale straordinaria testimonianza storica, sia quale omaggio agli Uomini che prestarono il
loro servizio nella Fanteria d'Arresto.
La difesa del ponte era costituita da quattro postazioni, tutte poste sulla sponda
occidentale del fiume. Quella qui rappresentata era la più arretrata. Le altre tre
postazioni (tipo P) presenti sono due posizioni per carro interrato poste uno per ciascun
lato della strada ed ospitanti all'epoca un carro M26 (oggi totalmente dismesse ed
ovviamente prive dei carri), ed il "Posto comando opera" posta all'imboccatura
del ponte (quest'ultima ancora sostanzialmente integra). Le
altre postazioni di tipo "M" erano formate da postazioni blindate ottenute:
1) Utilizzando alcune postazioni blindate monoarma ex tedesche della 2" GM armate com
MG 42/59 (una di questo tipo si trovava in un campo vicino alla postazione illustrata)
2) Da postazioni italiane ex vallo Litorio con quattro armi MG, o prima del 1983, del tipo
Breda 37.
3) Postazioni monoarma ricavate da scafo M4, (in quella qui fotografata, è stato rimosso
l'apposito supporto per l'MG 42/59, montato dagli operai dell'arsenale di Napoli nel 1985,
in sostituzione del precedente per arma Breda 38)
4) Postazioni di concetto simile a quella dell M4 ma ricavate da scafi italiani M15/42,
5) Postazioni ricavate da carri completi del treno di rotolamento del tipo M15/ 42,
sempre per postazione monoarma MG 42/59, al quale è stato rimosso il cannone, l'apparato
motore ed il cambio.
Si noti che, oltre alla torretta vera e propria, è presente un pezzo dello scafo
con tutto gli accessori presenti normalmente sul carro (bocchettoni del carburante,
ventilatori, ecc.).Questa parte dello scafo è limitata verticalmente alla solo
sovrastruttura essendo stata eliminata completamente la parte inferiore e le sospensioni.
L'accesso all'interno della casamatta avviene tramite una botola realizzata utilizzando i
due portelli che normalmente chiudevano l'accesso posteriore al vano motore. Interessante
è anche il fatto che la torretta è una di quelle della serie intermedia dotate
all'origine di corazzatura aggiuntiva per aumentare la protezione del cannoniere, di
scudatura del cannone tipo M34A1 (lo si riconosce dalla presenza del foro destro per il
telescopio del cannoniere M70F) ma priva del portello ovale del servente.
Alcune foto della postazione ottenuta con un carro M15/42