MBT ARIETE con corazzature aggiuntive

Testo e foto: Pierantonio Farina

Fin dalla sua presentazione uno dei difetti attribuiti da molti analisti al carro ARIETE è la presunta scarsa corazzatura che lo renderebbe uno dei veicoli meno difesi in campo occidentale. Secondo tali fonti la testimonianza più significativa di tale carenza sarebbe il peso di 53.500 Kg. inferiore a quello di tutti i carri di pari categoria (54.545 per l'M1 Abrams, 57.154 per l'M1A1, 62.000 Kg. per il Challenger 1 e 55.150 per il Leopard 2A2, ).

Grafico dei pesi dei carri

D'altra parte tale problema non poteva essere risolto tramite un incremento generalizzato della corazzatura stante la potenza del motore FIAT V12 MTCA che non superava i 1.200 Hp continuativi (contro i 1.500 Hp erogati dai motori degli altri veicoli) e che avrebbe compromesso il già sfavorevole rapporto potenza/peso di 22,43 Hp/t. (27,50 per l'M1 Abrams, 26,24 per l'M1A1, 24,19 per il Challenger 1 e 27,20 per il Leopard 2A4; ).

Grafico dei rapporti potenza/peso dei carri

Per sopperire a questa carenza fin dall'inizio è stato previsto il montaggio di due kit di corazzature addizionali su degli appositi supporti presenti sia sulla torretta che sullo scafo. Il kit più leggero consente al carro di mantenere un minimo di manovrabilità mentre quello più pesante è destinato ad essere utilizzato quando il veicolo viene impiegato per compiti che non richiedono lunghi spostamenti. Inizialmente era previsto che tali kit venissero installati solo sui carri dotati del nuovo motore con potenza aumentata a 1.600 Hp e che doveva essere installato su tutti gli ARIETE. In realtà le continue ristrettezze di bilancio hanno rinviato atempo indefinito questa modifica mentre le corazze sono state sviluppate e succesivamente montate sui carri inviati in Iraq.

In occasione di EUROSATORY 2002 l'IVECO ha presentato per la prima volta ad un salone estero l'ARIETE ed in questa occasione ha mostrato anche uno di questi kit. Anche se inizialmente sembrava potesse trattarsi di un disegno definitivo in relatà si è poi verificato che si trattava solo di un mock-up e che le vere corazze avevano un disegno ed una distribuzione sul carro completamente diversa.

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Cadute apparentemente nell'oblio, così come molti dei pur necessari miglioramenti al carro ARIETE, le corazze sono improvvisamente ricomparse durante la missione "Antica Babilonia" che l'Eserfcito Italiano ha condotto in Iraq. In particolare, a seguito degli scontri avuti tra ribelli e le forze italiane, si decise di inviare un'aliquota di carri ARIETE in quel teatro. Tali carri, inizialmente sprovvisti di queste corazze, vennero in seguito equipaggiate con esse.

Si dà di seguito qualche nota storico/tecnica su tali carri ottenuta grazie alla gentile disponibilità del personale che operò in quel periodo nella 1^ Compagnia "Leoni di Bardia".

I primi carri  provenivano dal 3° Btg Carri "M.O. Galas" appartenente al 32° Reggimento Carri di Tauriano mentre gli equipaggi erano tutti della 1^ Compagnia "Leoni di Bardia" sempre dello stesso battaglione. In particolare i primi cari inviati erano stati così prelevati:

Carri della 1^ Compagnia "Leoni di Bardia"

EI 118917 (Ten. Carlo Castellano)
EI 118832 (C.le Isaia Brambilla)
EI 118915 (Cr. Isidoro Gattoni)

Carri della 3^ Compagnia "Beda Fomm"

EI 118800 (nome originario Abignente ma non utilizzato in Iraq)
EI 118838 (nome originario Pietro Riccio ma non utilizzato in Iraq)

Carro della 4^ Compagnia "Tobruck" (nessun nome assegnato ai suoi carri al momento della missione)

EI 118787

I carri della 3^ e 4^ compagnia avevano ricevuto il distintivo ottico rosso della 1^.

Tutti i carri portavano sulle antenne (una o due a seconda dell'impianto radio VHF installato, non venivano utilizzate le radio SINGARS) unicamente la "fiamma" della 1^ Compagnia nella foggia voluta dal precedente comandante del Battaglione, Ten. Col. Parri, avente le medesime dimensioni di quelle utilizzate durante la 2^ Guerra Mondiale.

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All'inizio i carri avevano anche un distintivo di battaglione (voluto dall'allora comandante, Ten. Col. Antonino Palumbo) di particolare foggia applicato su ciascun lato della torretta ma in breve tempo (circa un mese) questi si sono deteriorati e non sono stati più rinnovati. E' da notare che la testa dell'ariete era stampata in modo che, indipendentemente dal lato ove era apposta, guardasse sempre in avanti.

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Notare che il montaggio delle corazze aggiuntive comporta la rotazione di 180° del supporto posteriore del cavo di traino in quanto il riposizionamento di quello anteriore renderebbe impossibile il fissaggio del cavo del cavo che risulterebbe troppo corto.
Per quanto riguarda il paranco per la movimentazione delle piastre questo viene fissato (in posizione di riposo) sopra il cesto portabottino a contatto con la parte posteriore della torretta. Esso è assicurato al carro tramite due cinghie, che vanno a collegarsi alla prima e quanta maniglia presenti sui due boccaporti sopra la torretta, ed un ferro che entra nel foro di scolo centrale del cesto.

 

A completamento delle notizie riguardanti queste corazze aggiuntive è doveroso segnalare l'articolo pubblicato sul numero  marzo-aprile 2005 di RIVISTA MILITARE a firma del Col. Dell'Edera e del Ten. Col. Di Lorenzo.
In sintesi si conferma che il carro ARIETE sarà dotato di due sistemi di difesa passivi: il tipo "WAR" ed il tipo "Peace Keeping". La novità sta nel fatto che secondo gli autori il tipo "WAR" sarà montato stabilmente sui carri mentre il secondo, in parte già visto in Iraq, verrà installato solo se necessario.
Quindi i kit schierati in Iraq, contrariamente a quanto da molti supposto, non sono quelli "WAR" e tanto meno ne costituiscono la base.
Peraltro il kit completo verrebbe essere un assieme di quello (peraltro quasi certamente un mockup) visto ad Eurosatory e quello ora in uso.   
L'articolo è accompagnato anche da un disegno al computer del pacchetto completo "Peace Keeping" comprendente quindi anche le corazze anteriori sulla torretta che erano assenti sui carri in Iraq.
Si noti che stando al disegno non sono previste ulteriori corazze sulla piastra frontale dello scafo.
peraltro c'è da chiedersi se anche tale disegno sia effettivamente aderente alla realtà o se si tratti addirittura dell'anteprima di una nuova soluzione per cui le attuali corazze sarebbero solamente un prototipo. Tale dubbio sorge guardando il profilo delle corazze stesse che è diverso da quelle utilizzate.